Giovanni Cottino
Giovanni Cottino (1927 – 2022) nato a Torino da una famiglia della media borghese piemontese, che possiede una gioielleria nel centro della città.
Frequenta il Convitto Umberto I e poi Liceo Scientifico Galileo Ferraris e si diploma nonostante le difficoltà del periodo bellico con un anno di anticipo. Dopo il liceo, si iscrive al Politecnico di Torino, alla Facoltà di Ingegneria Meccanica, dove si laurea nel 1950 a pieni voti a soli 23 anni.
Le prime esperienze lavorative sono subito caratterizzate dalla voglia di cogliere quante più opportunità di crescita professionale ed economica.
Agli inizi della sua carriera l’Ing. Cottino affronta diverse esperienze, pronto a cogliere le tante opportunità che gli si presentano:
“cercavo un lavoro che permettesse anche una soddisfazione economica – racconta – ed ero disposto a cambiare per fare esperienza in più settori”.
Inizia alla Fiat, poi è la volta della Solvay, azienda chimica in Toscana dove di occupa di manutenzione per poi trasferirsi a Milano alla Shell, multinazionale dell’energia per occuparsi dell’attività commerciale ed apprendendo le migliori tecniche di vendita delle grandi compagnie. “Una competenza che mi è stata molto utile inseguito – afferma”.
Si trasferisce poi a Firenze per un breve periodo in una azienda tessile biellese per poi trascorrere 6 mesi a Londra dedicandosi allo studio della lingua inglese dimostrando con questa scelta una notevole lungimiranza.
Al rientro in Italia viene assunto in una società spagnola che produce motori per vari settori e lui contribuisce a rilanciare l’azienda che si trovava in difficoltà riuscendo a quadruplicare il fatturato, da questo momento in avanti la vita dell’ingegnere sarà indissolubilmente legati ai motori.
Sono gli anni ‘60 e nelle case cominciano a diffondersi gli elettrodomestici frullatori lavatrice lavastoviglie tutti apparecchi che necessitano di un elemento comune: il motore. Sotto la guida di Cottino l’azienda ampia sul mercato e l’ingegnere cominciano a farsi riconoscere nel settore ed affermarsi come dirigente serio e capace sviluppando rapporti internazionali, automatizzando le linee di produzione, e soprattutto acquisendo nuove competenze finanziarie e gestionali.
La posizione dirigenziale e lo stipendio sono ottimi ma nel corso degli anni è maturato in lui un desiderio nuovo quello di avviare una propria attività.
Forte di visione strategica, grande motivazione e solida esperienza in un settore nel quale ha ormai maturato un know-how importante, l’Ingegner Cottino fonda nel 1975 la Plaset nel torinese, società che produce pompe di scarico per lavatrici e lavastoviglie.
L’avventura imprenditoriale prende il via con grande ed immediato successo; l’Ingegner Cottino espande le attività ad altre produzioni sia a livello italiano sia internazionale sino a fondare sul finire del 1977 la Ceset nell’astigiano, società specializzate nella progettazione e produzione di motori elettrici per elettrodomestici del settore del bianco e per ventilazione.
Lungimiranza, capacità di innovare e sviluppare tecnologia nonché di proporre una gamma di prodotti completa portano ad arricchire l’offerta che, a fianco dei motori Ceset e delle pompe Plaset, annovera la componentistica per climatizzatori e sistemi di riscaldamento grazie all’acquisizione della Olmo a Caronno Pertusella.
Il fatturato va alle stelle, il gruppo conta oltre 1000 dipendenti e diventa leader di mercato annoverando tra i propri clienti tutte le maggiori case produttrici di elettrodomestici internazionali, come Whirlpool Candy Bosch Merloni . Negli anni ’90, quando l’ingegnere ha circa 70 anni, accetta la proposta di vendere progressivamente le proprie aziende all’Emerson Electric, società americana leader nella produzione di motori rimanendo in azienda ancora alcuni anni in qualità di consulente.
La ragione del successo risiede nella lungimiranza dell’Ingegner Cottino capace di rendere innovative e competitive la sue azienda. Un ulteriore passo avanti avviene nel 1982 quando compra per 2 miliardi di lire un brevetto da poco registrato che sviluppa una pompa molto più piccola del normale concepita secondo i modelli utilizzati negli acquari e le applica le lavatrici. E’ una innovazione che riduce il costo delle pompe del 40% abbattendo il peso del motore. Il fatturato va alle stelle e l’ingegner Cottino è davvero uno dei grandi capitani d’industria piemontesi. Alla fine degli anni 90 bussa alla porta la Emerson Electric Appliance, società americana, fortemente determinata ad entrare nel mercato europeo, che intende acquistare tutto il gruppo.
L’ingegner Cottino a 71 anni valuta la situazione e progressivamente dal 1988 in poi stipula l’accordo di cessione con gli americani rimanendo in azienda ancora alcuni anni.
Ma la famiglia Cottino mantiene ancora un legame con l’industria è infatti tuttora in attività con la Trasma ultima azienda nata nel 1994, leader di mercato nella produzione di fili di rame trafilati, alla cui guida oggi vi è una nipote.
Anna Maria Di Bari (1927-2002) nata a Moncalieri in provincia di Torino da una numerosa famiglia pugliese , sposa nel 1958 Giovanni. Donna elegante e raffinata, cultrice dei valori famigliari, amante dell’arte e dei viaggi ha sempre affrontato con schiva signorilità determinatezza e carisma il suo ruolo, affiancando ed supportando il marito nel suo non sempre facile percorso professionale.
La consapevolezza, giunti all’apice del successo imprenditoriale, di poter disporre di un importante patrimonio costruito con dedizione, la sua sensibilità verso i più fragili e bisognosi e la mancanza di figli, la portò ad avviare l’ideale di “restituzione” che contribuì alla creazione della Fondazione.
La Fondazione Cottino è attiva in progetti filantropici orientati al supporto della cultura di impresa e al legame con la comunità. Grazie al suo ruolo di filantropo, interpretato in chiave contemporanea, l’ingegnere ha sempre posto al centro i giovani, con la volontà di trasmettere i propri valori per una nuova imprenditoria responsabile. Ha fondato la sua visione ed il suo operato su valori quali l‘innovazione, l’eccellenza, il senso delle regole e l’etica del lavoro, da affrontare con passione, determinazione ed ottimismo.
Fortemente legato ai valori famigliari, si è distinto per trasparenza, generosità e lealtà. Costantemente alla ricerca del talento, ha compreso le potenzialità di ogni collaboratore amplificandone l’impatto, sempre presente per trasferire la passione per le cose “fatte bene” e il senso di appartenenza.